domenica 28 settembre 2008

Marco Piccaluga ci racconta Pechino 2008

Marco Piccaluga, conduttore della fascia serale del Tg di Sky e inviato alle Olimpiadi Estive in Cina ad agosto, ci racconta proprio qualcosa su questa esperienza. Leggiamo cosa ci dice.


Ciao Marco, allora innanzitutto la tua impressione su Pechino, Com’è?


Ho trovato Pechino molto diversa da come me la immaginavo. E da quello che ho sentito, da quello che si immaginavano un po’ tutti gli inviati delle varie testate. L’aria è cambiata molto negli ultimi sette anni, da quando hanno cominciato il restyling per le Olimpiadi. Niente più hutong (i vicoli caratteristici della vecchia città, che sopravvivono solo in alcune zone), ma strade a scorrimento veloce a sette corsie, niente più biciclette (poche) e molte auto. Molto ordine, molta pulizia, molta precisione. Il cinese, da questo punto di vista, è qualcosa a metà tra il tedesco e lo svizzero. La parte meridionale della città è rimasta un po’ tagliata fuori da queste migliorie portate dai Giochi, ma complessivamente ne ho ricavato una buona impressione. Pechino è ormai una metropoli internazionale. Nota negativa per la qualità dell’aria. Non è una leggenda metropolitana: la nebbia avvolge tutto dalla mattina alla sera, anche col sole. Lo smog è impressionante, si ha sempre l’idea di essere sporchi e appiccicosi. Faceva molto caldo ed era molto umido: condizioni che non aiutano.

I giochi da qui sono sembrati favolosi. Gli impianti, l’organizzazione..insomma tutto. E da li?

I Giochi sono stati organizzati in maniera impeccabile. Un’operazione meticolosa, non solo di facciata come era stato per Atene2004 (quando tutti i cantieri che non erano stati chiusi in tempo erano stati “incartati” e nascosti al pubblico). Qui tutto era pronto da mesi e funzionava alla perfezione. C’era il quadruplo del personale necessario. Tutto girava a meraviglia. Volontari, esercito, cittadini, organizzatori: tutti sempre pronti ad aiutare, disponibili fino all’eccesso, efficienti. Gli impianti mi hanno sorpreso per bellezza e funzionalità. La logistica non ha fatto una piega. I trasporti, nemmeno. Ad Atene2004 la sicurezza era stata spacciata per qualcosa senza precedenti: sbagliavano. I pochi agenti che si vedevano in giro facevano controlli di routine, ma senza mai scomporsi troppo. A Pechino i controlli erano quasi asfissianti. Gli impianti, blindati. Non per un solo attimo abbiamo avuto l’impressione di trovarci in pericolo o che qualcosa potesse andare storto. Mai.

La spedizione azzurra ha raccolto qualcosa meno di quello che si sperasse. Secondo Marco Piccaluga le medaglie più belle quale sono state?

Le medaglie che mi sono piaciute di più sono quelle inaspettate. Personalmente mi sono rimasti nel cuore l’oro di Minguzzi nella lotta Greco Romana, quello della Quintavalle nel Judo, l’impresa di Schwazer nella marcia e l’ultimo oro di Cammarelle nel pugilato.

Phelps, Bolt, Isynbayeva…questi tre nomi sono stati i nomi più blasonati dalla stampa tutta. Ovviamente aggiungo…un tuo parere su tutti e tre? E Altri nomi che porterai nei ricordi?

Phelps è stato qualcosa che non potrà essere ripetuto. Ma è stata una cavalcata annunciata che si è concretizzata giorno dopo giorno. Un po’ ce lo aspettavamo e questo, almeno per me, lo fa scivolare un po’ in secondo piano. La Isynbayeva è più un' attrice consumata che un’atleta, ormai. Il suoi tentativi di record dopo aver mandato a casa tutte le altre mi hanno impressionato. Sembrava una recita. Solo che alla fine ha fatto qualcosa di unico. Devo dire che mi ha emozionato. Niente invece è comparabile a quello che ho provato (da ex centometrista…) quando ho visto arrivare Bolt sulla linea del traguardo alla fine di quei cento metri storici e irripetibili. Ero a pochi passi dall’arrivo. Ai sessanta metri abbiamo tutti capito che avrebbe vinto lui. Ma vederlo umiliare i più veloci del pianeta a quel modo è stato incredibile. Scarpa slacciata, braccia aperte. Il cronometro, prima della comunicazione ufficiale a 9’.69’’, segnò 9’.68’’. Mostruoso, pensai, e mi sorpresi con la bocca aperta e gli occhi sgranati. Come il resto dei colleghi accanto a me. Lo penso ancora.

Domanda d’obbligo…i diritti in Cina. Il tuo punto di vista?

Se ne è parlato troppo poco, con la scusa che lo sport non c’entra con la politica. Ma alla fine mi sono convinto che la ventata di novità che ha investito il paese porterà comunque cambiamenti positivi.
L’importante è il risultato. Credo che i Giochi siano serviti.
Una cosa ho ammirato nel popolo cinese: il senso dell’autorità che qui da noi è morto e sepolto da tempo. E che fa funzionare tutto come un orologio svizzero. Un po’ più di disciplina non guasterebbe anche in Italia.

mercoledì 24 settembre 2008

Le Interviste de "Il Mondo di Sky Tg24": Gabriele Barbati





Difficoltoso è stato trovare un contatto con il giornalista più girovago del mondo, ma grazie a qualcuno, finalmente una bella chiacchierata con Gabriele Barbati, visto spessissimo negli ultimi mesi su Sky Tg24 dove collabora dalla Cina.





Raccontaci prima di tutto qualcosa di te

Sono in un Internet point a Kashgar, profondo ovest cinese, a una manciata di chilometri dal Pakistan. Sono arrivato qui dopo venti giorni di viaggio in autobus e treno da Pechino, in mezzo ai mussulmani cinesi e poi tra gli allevatori di yak della minoranza kirghiza. Le immagini sono sul mio blog di cui, e ringrazio Simone, trovate il link in questa pagina. Ecco un esempio di quello che sono e che mi piace fare.

Come nasce la tu collaborazione con Sky Tg24?

Nel giugno di due anni fa, dovevo decidere dove spendere il secondo stage previsto dalla mia scuola di giornalismo. Per varie ragioni ho deciso, “di pancia”, di andare all’estero e provare a lavorare da li’. Ho scelto la Cina e sapevo che Skytg24 cercava un collaboratore/corrispondente da li. Al direttore Carelli l’idea e’ piaciuta.


Hai dei miti, dei giornalisti che ammiri, non so anche del passato?



Ho sempre ammirato chi parte per andare a lavorare sul campo. A differenza del giornalismo di una volta, oggi accade sempre di meno, per mancanza di interesse e denari, anche nel caso delle grandi testate. Per questo ho collezionato tra i miei modelli una serie di freelance, spesso autori al contempo di testi e foto. Guardando al passato, senz’altro, prima per i suoi lavori e poi per i suoi libri, Tiziano Terzani.

Ti abbiamo seguito negli ultimi mesi, sia prima che durante i giochi Olimpici. Ci hai illustrato la Cina. Qual è il tuo parere su questa nazione immensa?

Credo che conosciamo un decimo di questo Paese. Abbiamo visto le luci delle Olimpiadi e prima gli scandali dei cibi contraffatti e dei diritti negati. Nei prossimi anni vedremo maturare definitivamente la classe media cinese e dunque le richieste anche politiche della gente comune. Allora il Partito unico che guida la Cina dovra completare il cambiamento intrapreso negli ultimi trent’anni. Stiamo a vedere.

Dei tanti servizi da te fatti, quale sono quelli che maggiormente ti sono rimasti dentro?

I giorni trascorsi nella Cina meno nota, tra la solidarieta e il patriottismo degli sfollati del Sichuan, dopo il terremoto di maggio.

La questione dei diritti umani in Cina è sempre stata in prima pagina durante i Giochi. Ora molti temono un appanno sull’argomento. Il tuo pensiero?


Sui diritti umani non e’ cambiato nulla negli ultimi anni. Il caos sollevato giustamente in vista dei Giochi non ha cambiato minimamente l’atteggiamento delle autorita’ cinesi. Qui e’ in corso un processo guidato dall’alto, in cui il partito comunista cerca di modernizzare il paese rimanendo al potere. I cambiamenti verranno solo quando un miliardo di cinesi chiedera diritti e il partito, soprattutto sulla spinta dei leader piu giovani, li concedera.

I giochi Olimpici visti i tv sono stati bellissimi. Dal vivo penso ancora meglio. Quali imprese sportive italiane o non ti va di menzionare?

Sono rimasto impressionato piu dalla macchina da guerra “sportiva” preparata dalla Cina. Ha dominato il medagliere stracciando gli avversari. Come imprese individuali, non posso che citare la Giamaica e Usain Bolt, piuttosto che l’Italia. Le finali dei 100 e dei 200 metri, li nelle prime file del Nido d’Uccello, sono state memorabili.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri?

Continuare a girovagare per l’Asia.

Il tempo libero di Gabriele: esiste? Se si cosa ami fare?

Leggere, guardare tutti i film piu recenti disponibili in dvd in Cina a circa un euro, pensare il prossimo viaggio da fare.

Cosa ti senti di dire ad un ragazzo che vuole intraprendere il giornalismo?


Gli direi di non aspettare le cose, ma di andare a prendersele. Il meglio, come e’ stato insegnato a me a suo tempo, e’ essere giornalisti completi: sapere scrivere per la stampa, saper parlare in radio, sapere fare televisione. Dopodiche imparare anche la parte tecnica, ad esempio fotografare o girare e montare immagini. A saper fare tutto da soli, non mancheranno mai le occasioni e il lavoro.

giovedì 18 settembre 2008

Il Mondo di Sky Tg24 presenta:John McCain. Tutte le guerre di Maverick


John McCain. Tutte le guerre di Maverick
di
Federico Leoni, Moreno Marinozzi e Daniele Moretti
"Sono più vecchio della polvere e ho più cicatrici di Frankenstein". È la classica risposta di John McCain a chi gli ricorda che a 72 anni, potrebbe essere il più vecchio presidente degli Stati Uniti. La sua vita è un lungo rosario di disastri e salvataggi, disgrazie e rinascite. Dopo ogni caduta, sempre una vittoria. Abbattuto sui cieli del Vietnam, e torturato per oltre 5 anni nel famigerato "Hanoi Hilton", rifiuta la libertà per non venire a patti con il nemico. Al ritorno trova un mondo e una moglie, nel frattempo distrutta da un incidente, che non conosce più. La rinascita è in Arizona. Lasciata la divisa, ricomincia da Cindy, di 17 anni più giovane, figlia del milionario distributore della birra Budweiser. Vince un seggio al Congresso, poi si spalancano le porte del Senato. Ha collezionato miriadi di soprannomi, ma è impossibile da etichettare. Proprio per questo, il nickname più celebre e azzeccato, è "Maverick": un cavallo fuori dal branco. Sincerità e individualismo gli costano la prima corsa alla Casa Bianca, contro George W. Bush, nella più "sporca" campagna che si ricordi. Sconfigge un tumore maligno che gli costa un'altra cicatrice. Al quarto mandato da senatore, l'autobus per la presidenza si rimette a correre dritto fino alla nomination. Camminatore, divoratore di libri, battutista fenomenale, McCain emana fascino magnetico. I democratici sanno che è il peggior avversario possibile. Troppo conservatore per i liberal, troppo liberal per i conservatori."
Per acquistarlo online:
I tre giornalisti di Sky pubblicano questo libro su McCain, candidato repubblicano alla Casa Bianca. Avendolo già letto è un mio preciso desiderio pubblicizzarlo. Molti libri su Obama ma nessuno su McCain fino a questo. Mi ha aiutato a capire bene una figura molto particolare e affascianante.
Simone Mori


martedì 16 settembre 2008

Le Interviste de "Il Mondo di Sky Tg24": Lucilla Granata


Dopo qualche settimana di assenza, tornano le interviste de "Il mondo di Sky Tg24". Oggi tocca alla cremonese Lucilla Granata, della redazione sportiva


Raccontaci qualcosa di te e dei tuoi inizi

Ho iniziato a fare questo lavoro giovanissima. Studiavo all’università di Parma e contemporaneamente lavoravo in una radio a Cremona e nel giornale locale seguendo la Cremonese in serie A. Poi dalla Radio sono passata alla tv cittadina, poi ad una tv di Bergamo e di li alla Rai

Come sei approdata a Sky ? Come ti trovi in una redazione così grande?

Io sono arrivata a Sky dopo quasi sei anni a Raisport, quindi ero abituata alle grandi redazioni. Sky è sicuramente la televisione del presente e soprattutto del futuro ma Mamma Rai mi manca …

Tu sei una cronista sportiva. Ci sono tante donne oggi ma domina ancora un po’ di maschilismo?

Sai più che altro devi essere totalmente credibile. Una donna che parla di calcio per quanto preparata viene comunque guardata con sospetto, per questo essere il più possibile professionale è molto importante.

Spesso sei a bordo campo nelle partite di calcio. Quali emozioni si provano specie negli incontri importanti?

Io ho il potere di riuscire ancora ad emozionarmi dopo 12 anni di partite e campi di calcio, ogni domenica. Di qualsiasi partita si tratti e qualunque squadra giochi. Adoro stare accanto alle panchine perché respiri la tensione, la tocchi con mano e naturalmente ascoltando gli allenatori riesci a leggere la partita dal loro punto di vista.

Il campionato è iniziato pochi giorni fa e già i primi episodi di violenza. Duole riaprire la questione ma quali misure bisognerebbe adottare per prevenire?

Penso solo che bisognerebbe partire dall’educazione della gente. Non esistono tifosi violenti, solo persone violente. Lasciamo fuori questi personaggi dagli stadi e restituiamo ai veri tifosi la domenica calcistica.

Lucilla, tra i tuoi tanti servizi citamene almeno un paio che rimango vivi nella tua mente..

Rimango particolarmente legata a tutti i documentari che ho fatto. Da quello a New york sulla maratona a quello sulla vita di Alberto Tomba che è stato candidato anche all’international sport films festival. Tra l’altro a questo proposito…il 28 ottobre prossimo, edito da Sperling esce anche il mio libro sulla vita di questo grande campione. E’ la biografia di Tomba scritta a 4 mani con lui.

Da un paio di settimane sono finite le Olimpiadi. Un tuo giudizio generale e quali sono le medaglie italiane che ti hanno emozionato di più?

L’Olimpiade è emozione allo stato puro. Io sono stata a quella di Atene e ho vissuto da inviata quella di Torino. Non c’è una medaglia più importante o più bella di un’altra perché ciascuna è il frutto di tanto lavoro e sacrifici enormi. E poi quando parte l’inno di Mameli e sale la bandiera beh…io mi commuovo

Diventiamo futili: Cosa fa Lucilla nel suo tempo libero?

Tempo libero? Non mi ricordo più cos’è..esagero ma davvero ne ho poco. Mi rifugio in famiglia a Cremona e sto con gli amici più cari…Cinema, cene…non amo il casino e avere troppa gente intorno.

Obiettivi professionali? Rimanere a Sky o tornare da Mamma Rai?

Forse nessuna delle due…il cambiamento è crescita. Sempre

Ultima cosa: Un consiglio ai giovani che vorrebbero intraprendere la tua stessa carriera

Fatelo per amore del giornalismo, della notizia, dell’informazione corretta. Non per metterci la faccia e per essere riconosciuti, come purtroppo vedo succedere troppo spesso ultimamente….

Grazie mille Lucilla!

Grazie a te Simone