domenica 20 dicembre 2009

Marco Piccaluga: "Obama non meritava il Nobel"



Barack Obama ha appena ricevuto il Nobel per la pace. Molti si chiedono: uno che invia soldati per la guerra, merita questa onorificenza?

No, non la merita. Un sacco di gente passa la propria vita ad aiutare gli altri, dal piccolo volontario al personale delle grandi organizzazioni (mi vengono in mente Medici Senza Frontiere o Emergency). Gente che ci mette la vita e i soldi. Sono sicuro che esista qualcuno mondo più meritevole. Malgrado le buone intenzioni e le tante (troppe) belle parole di ogni discorso, Obama ha dimostrato di non essere in grado di invertire la rotta della politica estera rispetto a chi l’ha preceduto. E del programma annunciato in campagna elettorale ben pochi punti sono stati realizzati.


Il premier ha di nuovo sferrato un duro attacco contro la magistratura e questa volta Napolitano non è stato zitto. Cosa ne pensi di questi fatti?

Non mi piace commentare la politica, in generale. Ma sono convinto che se Berlusconi, Napolitano, parlamentari, membri del Csm, giudici, giornalisti e tutti gli attori coinvolti in questo “tutti contro tutti” che coinvolge mezzo paese dedicassero la metà delle energie che mettono in questa attività nel proprio lavoro, risolveremmo gran parte dei nostri problemi.

Saviano è costantemente su tutti i giornali. Parla ormai un po’ di tutto. Troppa esposizione o?

In questa Italia allo sbando tra leggi calpestate o fai-da-te, ignoranti e semianalfabeti la gente si attacca a chi dice cose corrette e di buon senso. Saviano lo fa. E questo fa di lui un obiettivo appetibile per tutti: trasmissioni giornalistiche serie o meno serie, infotainment, spettacolo. In questo senso la sovraesposizione c’è. Meglio lui che il solito tronista.



Si parla di clima in questi giorni. Si potrà mai arrivare a qualcosa di serio?

No. Anche a Copenhagen, tempo perso e soldi buttati. Se Obama avesse voluto veramente fare qualcosa, avrebbe potuto aderire subito al protocollo di Kyoto, che gli Usa, il paese che inquina di più al mondo, non hanno mai voluto sottoscrivere. Tutto il resto è retorica. E con le belle parole non si tappa il buco dell’ozono. Stesso discorso per la Cina.
E’ mortificante vedere gli sforzi dei singoli cittadini che hanno una coscienza ambientalista annullati dal mostruoso volume di emissioni di due soli paesi (che da soli contano un miliardo e ottocento milioni di abitanti).
Per scendere nel quotidiano, poi: qualcuno mi dovrebbe spiegare per quale motivo io spenda tempo e soldi per tenere la mia auto a regime di bollino blu, la mia caldaia di casa continuamente (e costosamente) revisionata, la marmitta della mia Vespa perfettamente funzionale e non inquinante quando nel campo nomadi a due passi da casa mia ogni giorno si bruciano copertoni e immondizia a cielo aperto (per non pagare la relativa tassa per lo smaltimento).
Qualcuno potrebbe obiettare: da qualche parte bisogna pur incominciare.
Vero. Infatti io, noi, abbiamo incominciato.
Ma Obama o Wen Jiabao che da Copenhagen ci parlano di clima ai miei occhi appaiono come il rom del campo di Tor di Quinto che mi chiede di fare il bollino Blu.


E’ di questi giorni la sentenza del caso Fabrizio Corona. Si vergogna di essere italiano. Marco, dammi una tua “sentenza” in merito.

Corona è un uomo fortunato. Perché può permettersi queste sparate senza dover incassare la replica degli italiani. Che, sono sicuro, in gran parte si vergognano di lui.
Il suo sfogo ha lo stesso sapore della lettera che Pier Luigi Celli scrisse al figlio, su Repubblica, tempo fa, suggerendogli di andarsene all’estero per evitare mali, vizi e compromessi di questo paese. (proprio lui, da che pulpito!)
Chi non ama questo paese può sempre andarsene. Chi ci ha costruito carriera e fortune, non ha diritto di critica. A meno che non si impegni sul campo per cambiarlo.
E non mi sembra questo il caso.


Vorrei un tuo parere sulla questione libertà religiosa in Italia. Dopo la vicenda Lega contro il cardinale di Milano Tettamanzi, si è riaperto un putiferio.

Lo scontro Lega-Tettamanzi è dovuto unicamente a divergenze sull’approccio nei confronti del problema islam. Per il resto la base del partito di Bossi ha radici profonde nella tradizione cattolica. Inutile negarlo. Da questo punto di vista non vedo conflitti all’orizzonte. Basta vedere con quanta enfasi la Lega ha avversato la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo di vietare l’esposizione del crocifisso nelle aule.
Io ho un’idea molto radicale di questa storia. L’Italia stessa non esisterebbe, così come è oggi, se non avessimo avuto le radici cristiane e cattoliche che abbiamo avuto. Tutto, dalla cultura alla lingua si deve a questa tradizione. Il crocifisso rappresenta questa cultura. Toglierlo non ha senso. Il passo successivo quale dovrebbe essere? Abbattere tutte le cupole d’Italia. Non scherziamo.
Il crocifisso è un simbolo positivo e non offende alcuno. Nessun problema ad affiancarlo ad altri, se necessario, ma la sua eliminazione è priva di significato.

In ultimo una domanda sportiva. Chi vince il campionato di Serie A e i mondiali 2010?

Il cuore dice Roma e Italia. La testa, Inter e Inghilterra.
Speriamo di sbagliare.