venerdì 27 novembre 2009

Quattro chiacchiere con Piero Ancona sui temi d'attualità


Torna sul blog, una nostra vecchia conoscenza, Piero Ancona , corripsondente per la regione Puglia del Tg24




Un tuo parere riguardo il DDL sul processo breve


Una giustizia rapida la sognano tutti. Nel merito, quindi, il Ddl sul processo breve è incontestabile. Sbagliato, a mio avviso, è il metodo. La giustizia italiana ha bisogno di una riforma radicale, che a sua volta richiede un consenso politico quanto più ampio possibile. E poi serve tempo. Pensare che gli attuali nostri tribunali, alle prese con esigue risorse economiche ed enormi problemi di organico, possano funzionare celermente, è una pia illusione. Questo sul piano logico; altro discorso, invece, sono le opportunità politiche, nelle quali, però, preferisco non entrare.

Il caso Cucchi ha aperto un dibattito sulla situazione che spesso si vive nelle carceri. Una sitiazione latente di violenze. Cosa ne pensi e cosa pensi delle parole di Giovanardi sul caso?

Su questa storia ci vorrebbe un po’ più di cautela in attesa che le indagini facciano il loro corso. Il rischio è di aprire la classica guerra tra poveri: da una parte i detenuti, costretti a vivere in promiscuità all’interno di carceri fatiscenti, dall’altra gli agenti di polizia penitenziaria, alle prese anche loro, come tutte le forze di polizia del resto, con problemi di risorse e organico. Anche qui, serve un tempestivo intervento della politica, che non si riduca, però, all’ennesimo indulto. Ho sentito parlare di un piano carceri, sponsorizzato direttamente da Berlusconi, che prevede la costruzione di nuovi penitenziari utilizzando le stesse tecniche già adottate di recente in Abruzzo per le nuove case dei terremotati. Vedremo. Quanto alle dichiarazioni di Giovanardi, lo definirei uno spiacevole incidente chiuso dalle scuse alla famiglia.

Un anno di presidenza Obama. Le cose da salvare e quelle no di questi primi 12 mesi


Dodici mesi sono pochini, anche per un primo bilancio. Ad ogni modo, sarà difficile, per il presidente Obama, soddisfare le attese di quanti hanno creduto in lui. Semplicemente perché eccessive. Mi spiego. La sua elezione ha sicuramente rappresentato un evento epocale, ma la “rivoluzione”, se vogliamo, l’ha fatta il colore della sua pelle. Per il resto, Barak Obama è una persona normalissima, che non necessariamente passerà alla storia come il miglior presidente degli Stati Uniti. C’è chi lo pretende, invece, e non solo in patria, visto che gli viene conferito un premio Nobel per la Pace “alle intenzioni”, che lo stesso presidente ha accolto quasi con fastidio. In ogni caso, a proposito di pace, il vero banco di prova per la presidenza Obama sarà l’Afghanistan.

Passiamo alla tua regione, la bella Puglia. Come prosegue la gestione Vendola? E ci sarà ancora lui nel futuro?


Nichi Vendola si avvia a chiudere il suo primo mandato di presidente della Regione Puglia. Il bilancio, a mio avviso ampiamente positivo, è stato “macchiato” dalle inchieste giudiziarie sulla gestione della sanità che tuttavia, finora, hanno prodotto più sospetti che prove. A Marzo, comunque, si torna alle urne. Lui si è già ricandidato, sfidando alle primarie eventuali concorrenti interni al centrosinistra. Il Pd non ha ancora sciolto le riserve, anche perché, appoggiando Vendola, perderebbe i voti, preziosi, di Casini e Di Pietro. Il balletto delle alleanze, insomma, è appena iniziato, e da qui a marzo ne vedremo delle belle.

Il caso Basile sembra essere ad una svolta. E' quella decisiva?

Il movente dell’omicidio di Peppino Basile, alla fine, si è rivelato un banale litigio per questioni di vicinato. C’era da aspettarselo, visto che le altre ipotesi, politica e criminalità, si erano rivelate, sin da subito, piuttosto forzate. Certo, l’idea di un nonno che si fa aiutare dal nipote, minorenne, ad uccidere a coltellate il vicino di casa, è sconvolgente. Ma ancora più grave, se possibile, è il silenzio che i genitori hanno imposto per 17 mesi ai due bambini che poi avrebbero permesso, con la loro testimonianza, di far arrestate i presunti assassini. Ormai la non-cultura della legalità, del “facciamoci i fatti nostri”, insomma, non è più prerogativa delle grandi città. Un brutto, bruttissimo segnale.

lunedì 2 novembre 2009

Le interviste de "Il Mondo di Sky Tg24": Luigi Licchelli


Dopo oltre tre mesi, eccoci di nuovo nel mondo di Sky! Il romano Luigi Licchelli, apre la stagione autunnale delle nostre interviste e chi se non un amante della metereologia poteva darci lo start? Buona lettura!


Luigi, raccontaci un po’ il tuo percorso fino all’arrivo a Sky

Ho frequentato il Liceo scientifico, poi mi sono iscritto alla facoltà di Scienze politiche. Durante il percorso di studi ho fatto il servizio militare. Avevo 22 anni. Era un periodo in cui fare delle scelte, e non avevo le idee molto chiare. Mi padre è un militare, ho vissuto parte della mia vita in quell’ambiente. Così ho iniziato a fare una serie di concorsi nelle forze armate che nella stragrande maggioranza dei casi erano andati bene. Mi sono così ritrovato a scegliere tra varie opportunità decidendo alla fine, ma già non troppo convinto, per un corso per piloti di complemento della Marina all’Accademia navale di Livorno. Il connubio tra il volo e il mare comunque mi affascinava molto. Dopo poco mi ero però convinto che, per vari motivi, la cosa non faceva per me. Ho cambiato e ho preso una strada diversa. Ufficiale di complemento in Aeronautica. Corso ufficiali a Firenze, quindi la specializzazione in meteorologia a Pratica di Mare. L’aeroporto di Ghedi(Brescia), una delle basi più operative d’Italia, è stata la mia successiva destinazione. Una bella palestra di vita. A poco più di vent’anni ti ritrovi con tante responsabilità a gestire situazioni a volte molto critiche, prendere decisioni velocemente e a coordinare personale anche molto più anziano e con molta più esperienza di te. Finita quella bella ed intensa esperienza(che avrei anche potuto continuare) ho deciso comunque di tornare ai miei studi di Scienze politiche. Avevo voglia di cambiare. E’ stato durante quel periodo che ho iniziato a collaborare per varie testate giornalistiche tra le quali il Foglio di Giuliano Ferrara, dove ho iniziato come correttore di bozze. Nelle mie collaborazioni mi sono occupato per lo più di politica e di cultura. Fino a quando non sono venuto a sapere che cercavano personale a Sky meteo24. Poteva fare al caso mio. Inizialmente mi è stato offerto uno stage di alcuni mesi, poi un contratto giornalistico per l’estate come redattore, e quindi grazie ad Emilio Carelli e Silvia Mazzucco che mi hanno voluto, dopo un provino ed un breve periodo di pausa, sono ritornato. Stavolta anche in veste di conduttore. Ed ora eccomi qui. Una bella gavetta di cui vado fiero.

Come nasce la passione per la meteorologia?

Da piccolo ero affascinato dai personaggi che spiegavano in tv quelle carte meteo apparentemente così strane. I satelliti, le carte sinottiche. Edmondo Bernacca e per motivi anagrafici soprattutto Guido Caroselli erano i miei preferiti. Li seguivo, ma non avrei mai creduto poi che si sarebbe sviluppata così. In ogni caso la curiosità è nata da bambino.



Com’è l’ambiente di lavoro a Sky Meteo24?

Fortunatamente molto sereno e piacevole. Comunque familiare e cordiale, ma allo stesso tempo professionale. A volte ci sono degli scambi di vedute, ma è così in ogni ambiente di lavoro. La cosa più bella è svolgere un lavoro interessante in un clima, sia con i colleghi della redazione che con i tecnici molto cordiale. Insomma mi trovo bene nonostante i ritmi frenetici che ci impongono le dirette, i tempi a volte molto stretti per le registrazioni e i difficili orari notturni e di primo mattino(copriamo sempre un arco di 24 ore di programmazione).

Un evento climatico che ti ha particolarmente colpito?

Seguiamo un po’ tutti gli eventi inerenti la meteorologia con il nostro canale. Certo quando ci sono situazioni particolari come le alluvioni anche l’adrenalina sale. Come per esempio quando ci fu l’ondata di piena del Tevere dello scorso anno. E’ molto affascinante anche seguire eventi estremi come i cicloni, fenomeni però potenzialmente catastrofici per le persone. Non è certo bello commentarne gli effetti drammatici sulle popolazioni colpite, spesso e volentieri in luoghi già flagellati da povertà o altre calamità. Ma fa parte del nostro lavoro.

Come passi il tempo libero?

Facendo cose che fanno un po’ tutti. Amo moltissimo viaggiare e appena posso scappo via. Ma anche stare con i miei familiari e i miei amici è fondamentale. Adoro anche leggere tanto, fare sport, ascoltare musica, rock e jazz soprattutto ma anche generi più sperimentali. Sono anche appassionato di acquariologia.

Cosa pensi dei reality show che tanto dividono l’opinione pubblica?

Non li guardo perché non mi piacciono. La tv ultimamente non fa tanto parte della mia vita. Al di fuori del mio lavoro ne guardo poca. Mi piacevano i quiz di una volta dove non serviva la fortuna ma l’essere preparati. Seguo abbastanza il calcio, sono anche appassionato di documentari naturalistici e scientifici e mi piacciono i film d’autore.



Obiettivi professionali?

Crescere sempre di più e fare sempre nuove esperienze. Nella mia vita ho fatto i lavori più diversi, anche umili, a volte ripartendo completamente da zero. Ma ciascuno mi ha lasciato qualcosa di positivo. Sono dell’idea che ogni esperienza, anche negativa, ti insegni sempre qualcosa e in qualche modo ti arricchisca. Insomma migliorarmi continuamente, poi vedremo.


Un consiglio di Luigi Licchelli ad un giovane che vuole intraprendere le sue stesse orme.

Non so, consiglio di studiare, sapere di ciò di cui si parla è importante. E di non approcciarsi al mondo del lavoro troppo tardi. Chi volesse fare l’anchor meteo o più in genere fare informazione di qualsiasi tipo alla base deve comunque avere passione per il proprio lavoro e per la divulgazione. In particolare quello della meteorologia è un mondo complesso, in evoluzione, ma molto affascinante e affianco alla climatologia, per motivi che tutti sappiamo, è una materia di stretta attualità. Quello del conduttore meteo è pure un mestiere non sempre facile da interpretare, nel parlare rischi sempre di essere un po’ in bilico tra banalizzazione e tecnicismo. Più in generale consiglio comunque di credere sempre in se stessi, porsi in modo umile, disporsi al sacrificio e qualsiasi cosa si stia facendo non sentirsi mai arrivati.