mercoledì 14 gennaio 2009

Jordan Foresi " Ho curiosità di vedere Obama in azione"

Una decina di giorni fa ho incontrato Jordan Foresi, corrispondente Usa di Sky Tg24. Era in vacanza nella sua Roma, o meglio nella sua Trastevere, prima di riprendere la corsa verso l'insediamento di Obama. Ecco cosa mi ha raccontato.

Jordan, raccontaci qualcosa sui tuoi inizi

Il giornalista di casa era mio nonno. Al liceo adoravo scrivere ma non avrei mai pensato di intraprendere un giorno questa carriera. Ci sono entrato davvero per caso. Feci uno stage alla Cnn di Roma e li nacque la voglia di fare il giornalista. Dopo andai a Washington e feci un altro stage, questa volta alla Nbc. Mi rendo conto di aver toccato subito il massimo e di essere stato fortunato praticando il giornalismo d’elite. Il reale salto di qualità avvenne a Milano quando fui chiamato a lavorare al Sole 24ore Tv. Un nuovo prodotto, valido ed innovativo che inizialmente andò molto bene superando in ascolti Bloomberg Television e CNBC. Lavoravo lì quando accadde la tragedia delle Twin Towers. Il lavoro redazionale fu frenetico e puntiglioso, l’evento fu seguito, a mio avviso, benissimo. Sempre nel 2001 venni mandato come inviato a Genova per il G8. Credo di aver fatto un buon lavoro. Il nostro materiale venne usato anche da altri, segno di qualità. Ci fu anche un fatto che mi coinvolse in prima persona. Mi trovavo sul campo quando fui rincorso da alcuni manifestanti, che alla vista del mio tesserino di giornalista andarono in escandescenza. Il tutto avvenne con il mio telefonino acceso per la diretta e la mia collega in studio che mi passava la linea! Il filmato fu mandato anche nella rubrica di Toni Capuozzo “Terra” del Tg5. Riassumendo il tutto, l’esperienza di Sole24tv mi ha aiutato molto nella formazione e conoscenza economica che oggi è fondamentale nel mio ruolo di corrispondente Usa per Sky.

Ecco Jordan, come sei approdato a Sky?

Era agosto 2003 quando ricevetti la chiamata di Emilio Carelli, al quale avevo inviato il mio c.v.. Feci il colloquio e venni assunto. Devo essere sincero, forse in maniera presuntuosa mi immaginavo subito inviato da qualche parte ma non fu ovviamente così. Fui messo al Pod e ci rimasi per quasi tre anni. Non ero felice perché volevo essere sul campo, ma oggi posso serenamente dire che quell’esperienza mi servì moltissimo. Ringrazio Franco Ferraro che mi ha supportato e sopportato in quegli anni, con consigli e insegnamenti. Lui è un maestro nel vero senso della parola. Sai le risate che si farà quando leggerà questa intervista! Un giorno, in una riunione, il direttore Carelli comunicò che il posto di corrispondente a New York era vacante. Ricordo quei momenti. Si girò verso di me e mi disse di preparare i bagagli che da li a breve sarei partito. Ero al settimo cielo e tutti i mie colleghi notarono la mia gioia. Tenete presente che mia madre è americana e io ho la doppia cittadinanza, insomma gli Usa sono il mio secondo Paese e fin da piccolo ho trascorso lunghi periodi con la mia famiglia americana. Il 29 giugno del 2006 atterro a New York e l’euforia lasciò presto il posto allo smarrimento che si prova arrivando in una nuova città dove dovevo crearmi in breve tempo le condizioni migliori per lavorare.



Quali furono le prime cose delle quali di occupasti da corrispondente?

Il conflitto tra Israele e gli Hezbollah in Libano. Ovviamente seguivo la parte della diplomazia internazionale. Ricordo la prima volta al palazzo di vetro dell’Onu. Un’immersione in un mondo nuovo e pieno di colpi di scena. Poi ci fu l’intervista ad Al Gore in concomitanza con l’uscita del suo documentario “An unconvenient truth”.Ci incontrammo in un albergo e si erano stabiliti a priori 45 minuti di colloquio. Andammo ben oltre: fu una chiacchierata con una persona interessante e capace di trasmettere sensazioni forti. Un uomo che crede a mio avviso veramente nella salvezza ecologica del nostro pianeta.

Ad oggi invece, quali sono i fatti da te raccontati che ti hanno preso emotivamente di più?

Me ne vengono in mente tre. La strage del Virgina Tech nell’aprile 2007. Fu atroce. 33 morti, famiglie distrutte e sconvolte. Emotivamente è stato qualcosa di durissimo. L’opinione pubblica era in panne. Non si trovavano parole giuste per descrivere la follia di uno studente contro suoi colleghi.
Guantanamo è un altro momento importante . Curai uno speciale fra molte difficoltà oggettive. Il Pentagono non rilasciava informazioni e ci fu una specie di “lotta” per ottenere i permessi di visitare la base / carcere. Ma alla fine credo che la fatica sia valsa la pena. Il mio speciale è stato anche candidato ad un premio di giornalismo.
L’uragano Gustav è, in ordine cronologico, l’ultimo delle esperienze che voglio citarti anche se ce ne sarebbero altre. Vedere le città svuotarsi e diventare città fantasma ti lascia di stucco. Dopo Katrina il livello di paura è diventato altissimo. New Orleans e altre città andavano svuotandosi ed erano i giorni della convention repubblicana di Saint Paul che passò in secondo piano. Attraversai il paese più volte. Tanto fermento per un evento incontrollabile come un uragano. La natura va davvero temuta.

Jordan, una domanda. Perché un paese così all’avanguardia su molte cose si scandalizza per un seno di Janet Jackson fino a boicottarla dai canali musicali e dalle radio? Non è un controsenso?

E’ un controsenso. L’America è così. L’evento dove avvenne il “fattaccio” era il Superbowl: la finalissima del Football americano. Un evento quasi sacro seguito da milioni di famiglie. Gli americani sono in molte circostanze veri “liberali” ma non negli eventi pubblici. In quel caso non tollerano errori. Io amo questo miscuglio. Si passa dal cuore del paese conservatore e a tratti ancora razzista, alla California aperta ai diritti dei gay, a comunità italiane o spagnole e così via. Banale ma vero: il Melting Pot. Mi soffermo a guardare queste sfaccettature perché sono un gran curioso e credimi, serve in questo mestiere!

Cosa pensi del presidente eletto Barack Obama?

Finalmente una persona nuova. E Dio solo sa quanto gli Stati Uniti abbiano bisogno di vento fresco e nuovo. Ricordo alla convention di Denver che la gente ascoltava Obama e piangeva. Piangeva commossa perché il senatore dell’Illinois parlava ai cuori della gente. La stessa emozione non si percepiva quando parlava Hillary Clinton. Detto questo Obama dovrà ora sicuramente dimostrare tutto il suo valore e le sue capacità. La crisi americana è profonda e dopo 8 anni di un’amministrazione Bush, che ha lasciato molte perplessità soprattutto sulla politica internazionale e in materia delle strategie energetiche e ambientali, il lavoro per lui sarà lunghissimo e arduo. Ho molta curiosità di vederlo in azione e avrò il privilegio di essere in prima fila.

Andando un po’ indietro, avresti scommesso su lui?

Sì. In un mio intervento durante uno speciale di America 2008 dissi che Obama sarebbe stato il candidato democratico. Ricordo lo stupore per la sua vittoria in Iowa. Uno stato non certo facile. Come ero convinto che Rudy non avesse chances tra i repubblicani. Ultimamente troppo lontano dai problemi del semplice cittadino. Sulla Clinton avevo i miei dubbi perché gli americani non amano le dinastie. Insomma 8 anni di Bill Clinton e poi 8 anni di Bush e ora ancora una Clinton? Difficile. Questo mi faceva riflettere molto. L’unica dinastia amata è quella dei Kennedy ma oggi anche li ci sono le prime crepe poiché Caroline non ha dimostrato almeno per il momento la capacità di emergere.


E su McCain- Palin che mi dici?

Ho profondo rispetto per il senatore McCain. Un veterano di guerra e una persona capace di ascoltare la gente. L’aver scelto la Palin come vice è stato, per me, come darsi la zappa sui piedi. Potenziale sì, grinta da vendere ma poca competenza, un bagaglio politico ancora da sviluppare. Ricordo che una coppia repubblicana mi disse su un aereo che non avrebbe votato McCain perché se la Palin era capace di spendere in campagna elettore centinaia di migliaia di dollari per abiti e cura della persona, cosa avrebbe fatto se fosse arrivata alla Casa Bianca? Penso che molti si fecero la stessa domanda.

Se la tegola economia non si fosse abbattuta sulla campagna elettorale pensi che le chance di Barack Obama sarebbero state minori?

Io credo di no. Agli americani si può toccare tutto ma non il portafoglio. La crisi economica è a livelli altissimi. Basti pensare alle case automobilistiche. Ma crisi o no avrebbe vinto lui. L’Iraq è un fardello troppo grosso per i repubblicani. Una guerra che non doveva esserci e i cittadini americani adesso ne sono ben coscienti. La guerra al terrorismo andava fatta in Afghanistan dove ci sono ancora i talebani e anche Obama è stato chiaro: e lì il vero pericolo per la stabilità mondiale.

Quali saranno i principali interventi del neopresidente dopo il 20/01?

Ovviamente l’economia e una nuova politica estera. Attenzione al Pakistan. Immediato colloquio con quel paese che è strategico ai fini della lotta al terrorismo. Devo dire, ma forse mi sbaglierò, che non sono del tutto convinto di una Hillary Clinton Segretario di Stato.
E’ una donna potente ma la sua capacità diplomatica non mi sembra all’altezza di una Condi Rice o di una Albright. Credo certamente positiva invece la scelta di lasciare Robert Gates al Pentagono. Un personaggio capace e che ha saputo porre rimedio ad errori di George Bush e soprattutto della coppia Rumsfeld-Wolfowitz.

Come passi il tempo libero Jordan?

Mi piace correre o semplicemente camminare. Mi rilassa specie dopo lunghe giornate di dirette e servizi, ma anche di lavoro di ricerca. Leggere il giornale a Central Park sorseggiando un caffè è quanto di meglio possa esserci in certi casi. Poi pratico la scherma e credo di essere un buon sciabolatore. Adoro la lettura e il cinema e qui a New York c’è veramente una grande scelta.

Vista la passione per i libri, i tre preferiti di Jordan Foresi?

Ne ho molti ma ti cito:
A Farewell to arms di Hernest Hemingway, To kill a mockingbird di Harper Lee, Midnight in the garden of good and evil di John Berendt e perchè no...un bel libro di poesie di John Donne.

Un consiglio ad un giovane che vuole fare il giornalista?

Dico subito che ci vuole fortuna. Essere al posto giusto nel momento giusto e questo lo ammetto, mi è successo. Poi essere curiosi e aperti al mondo. Sacrificarsi e avere pazienza. Saper prendere anche un “calcio sulle gengive” sapendo che ci si può rialzare. Avere onestà intellettuale e sapere che per quanto le scuole servano, la strada è fondamentale




31 commenti:

  1. Anonimo14.1.09

    grande jordan leo foresi.
    un intervista che ha molto da dire quale esempio di giornalismo nuovo, lucido, competente, SALace.
    il più grande degli auguri per una carriera brillante e piena di soddisfazioni
    MT

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  2. Anonimo14.1.09

    Ottima intervista. Molto bella.

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  3. Anonimo14.1.09

    Hillary sarà la vera sorpresa. Vedrete...

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  4. Anonimo14.1.09

    Jordan c'è un modo per contattarti?

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  5. Anonimo14.1.09

    Domande scontate e risposte piene di saccenza.

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  6. Anonimo14.1.09

    Bel blog. Lo visito oggi per la prima volta. Bravo all'ideatore e bravo Foresi. L'inviato d'eccellenza di Sky

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  7. Ottima intervista direi..
    Risposte vere ed oneste del Foresi..

    Silvia

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  8. Anonimo14.1.09

    Posso dire..ottima intervista..
    Vero ed onesto l'intervistato Foresi..

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  9. Anonimo15.1.09

    Credo che sia davvero una bella intervista..ma è stata fatta faccia a faccia?

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  10. Anonimo15.1.09

    La Palin vi stupirà

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  11. Anonimo15.1.09

    Nato per fare informazione, quella vera! Complimenti continua così.

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  12. Anonimo15.1.09

    Onestà e sincerità...

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  13. Anonimo15.1.09

    Un ottimo giornalisto e un vero amico!
    Marco

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  14. Anonimo15.1.09

    grande Jo!

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  15. Anonimo16.1.09

    Jordan Foresi è un mito. Datemi retta

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  16. Anonimo18.1.09

    bravissimo e chiaro appena spiega fatti che per molti sono poco comprensibili.
    Viva Obama

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  17. Anonimo19.1.09

    Sciabolatore? Ma sciabolatore de che? che l'unica spada che hai visto in vita tua è la spada de' foco del Pod!!! e quando l'hai provata te sei pure bruciato!

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  18. Anonimo20.1.09

    Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  19. Anonimo20.1.09

    Caro Gustavo: Ovviamente mi conosci bene visto che parli di Pod. Incontriamoci e poi ridimmi tutto a 4 occhi ...AH VISTO CHE MI CONOSCI SAI ANCHE IL MIO NUMERO...Aspetto la tua chiamata...

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  20. Anonimo20.1.09

    Aspetto sempre notizie del buon Gustavo...dai amico che aspetto una chiamata...

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  21. Anonimo21.1.09

    Grazie Jordan.....ottimo lavoro per l'insediamento

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  22. Anonimo21.1.09

    Ciao Jordan, sei il mio mito!

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  23. Grande Jo, sei stavto bravo, chiaro, conciso, preciso..alla faccia degli invidiosi!!!

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  24. Anonimo24.1.09

    Un grande...tra i giovani giornalisti di oggi sicuramente uno dei migliori...talento puro!!!

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  25. Anonimo5.2.09

    come sono i primi giorni di Obama? come li vedi?

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  26. leggo solo oggi l'intervista...!
    Bravo Jordan, equilibrato.

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  27. Anonimo31.3.09

    certo che si tratta di un "faccia a faccia"!

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  28. Anonimo31.3.09

    Bravo roberto! previsione azzeccata! hahahaha

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  29. (alla 6^ domanda...sul seno della Jackson)
    NON E' UN CONTROSENSO?

    risposta:
    NO. E' UN CONTROSENO!

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  30. claudia (lemon drop)15.7.10

    leggo solo ora...non seguivo skytg24...bravo e bello, complimenti!

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  31. Anonimo26.8.10

    Grande Jordan, sei un mito tra i miti. Mop Mop

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