lunedì 18 maggio 2009

Le interviste de " Il Mondo di Sky Tg24": Flavio Isernia


Eccoci con Flavio Isernia, altra "costola" importante di Sky Tg24

Raccontaci qualcosa di te e di come è nata e si evoluta la tua passione per il giornalismo



Mi viene da sorridere, perché penso a quando alle scuole elementari avevo già una pagina tutta per me sul giornalino di classe. E mi chiedo ora, cosa possa avere da dire un bambino a quell’età in cui ha appena imparato a leggere e scrivere. Mi emozionava. Alle superiori ero persino il responsabile, il “direttore” del giornale d’istituto. Potere raccontare un evento di cui fossi testimone mi ha sempre appassionato. E mi emoziona ancora oggi questa professione.


Come sei approdato a Sky Tg24?




Un collega era troppo bravo, potrei riassumere così. Mi riferisco ad Andrea Bonini. Un fuoriclasse. SKY TG24 era nato da pochi mesi, io collaboravo con Corriere della sera e Radio24 – Il Sole 24Ore. Andrea era corrispondente da Bologna per il canale. Gli fu chiesto di trasferirsi a Roma. E di lì a poco, quando nacque la sede di New York, divenne corrispondente dall’America. Io ottenni, attraverso il curriculum, il posto che si era liberato. Insomma, devo molto alla sua bravura, alle coincidenze della vita e a quel tanto d’incoscienza che ebbe il Direttore nell’affidare a me l’incarico.


Quali sono stati o quali sono i tuoi punti di riferimento, i tuoi miti?



Si impara qualcosa da tutti, costantemente, no? Almeno, per me è così. Poi se vuoi giusto due firme tra quelle che mi provocano più piacere nella lettura, dico Jenner Meletti per Repubblica e Marisa Fumagalli per il Corriere della Sera. Sono amici, spero lo restino anche gli altri.


Stai seguendo da oltre un mese le vicende post terremoto in Abruzzo. La prima cosa che ti è venuta in mente al tuo arrivo all’ Aquila?



Chi arrivasse a l’Aquila in quelle ore si trovava immerso in un contesto catastrofico, terribile davvero. Poi gli stessi rappresentanti delle istituzioni ebbero a definirla ‘città fantasma’. Uso un termine abusato per descrivere lo scenario, ovvero, apocalittico. Tutta l’area colpita sembrava essere stata teatro di guerra ed ora abbandonata. Bar, pompe di benzina, ogni genere di servizio a cui siamo abituati non c’era più.



Gli abruzzesi sembrano gente molto forte e coriacea. Sei dello stesso parere?


Credo che gli abruzzesi non si sentano persone differenti da altre.
Spesso avvertiamo il concetto di morte come qualcosa di lontano da noi. Quasi non ci riguardasse. Come se gli incidenti o le disgrazie a noi non potessero capitare. Quando si verificano, ci si rende conto di quanto tutto sia fragile. Di fronte a queste cose si impatta con il nostro stato di ‘semplici’ esseri umani. Le persone drammaticamente colpite dal terremoto sono state private dei loro affetti e di quanto, come la casa e il lavoro, avessero di più caro. Persone ridotte ai minimi termini. Che devono trovare in se stesse la forza di reagire. Ma anche in quanto viene fatto per loro. Per questo non bisogna mai smettere di pensare che c’è bisogno del nostro aiuto.



C’è una vicenda, tra le tante seguite in Abruzzo, che ti ha colpito di più?

Preferisco non dire.


Andando indietro di qualche anno , mi ricordo che hai seguito la vicenda del piccolo Tommaso Onofri. Una pagina di cronaca ancora viva nella nostra memoria. E’ stato complicato per te,umanamente parlando, seguirla?


Quella di Tommaso è una vicenda che ha toccato tutti. Vissuta con partecipazione, commozione anche all’estero. Ha lasciato increduli, sgomenti ognuno di noi. Ho visto magistrati e poliziotti in lacrime. Le loro figure, come quella del giornalista, devono mantenere dai fatti, sul piano professionale, una giusta distanza. Ma ciò non vuole dire essere emotivamente insensibili.

Hai seguito Prodi per diverso tempo. Puoi accenarci qualcosa su questa esperienza?

Ho seguito il Presidente Prodi dal momento in cui ha terminato il suo mandato di Presidente della Commissione Europea ed è ritornato a Bologna. Tra i miei particolari ricordi professionali del periodo in cui egli è stato Presidente del Consiglio, c’è un viaggio lampo in Libia, nel settembre 2006 in occasione della riunione dei Capi di Stato e di Governo dell’Unione Africana. Prodi fu invitato a titolo personale da Gheddafi. Un appuntamento riservato, mantenuto segreto fino all’ultimo. E Prodi volle con sé solo SKY TG24. Il professore era l’unico leader straniero a partecipare a quell’incontro. E noi l’unica troupe. Per la prima volta nel nostro Paese un Presidente del Consiglio in un’occasione internazionale aveva al seguito una televisione che non era quella di Stato.

Un piccolo tassello, ma che conservo con piacere nella mia memoria.



Quali sono i tuoi obiettivi professionali?

Continuare a crescere, migliorarmi. E’ un’ovvietà, lo so. Ma è davvero la cosa che desidero maggiormente.


Come passi il tempo libero?

Mi piace stare con gli amici. Quando posso viaggio, amo i Paesi del Nord Europa.



Vorresti un giorno poter scrivere un libro? E’ rinomata la tua passione per i gialli..

Mi piace il poliziesco, specialmente quello italiano, perché è l’unico genere che oggi racconti la nostra società. Il giallo che da qualcuno è ancora considerato letteratura di serie B, non è più, da almeno 20 anni, il libro da ombrellone. Ha una forte valenza sociologica. Ed ha la territorialità come grande componente. Se voglio immergermi nella Sicilia leggo Camilleri, nel nord est Carlotto, nella Sardegna Fois, per Bologna Macchiavelli o Lucarelli. E potrei dilungarmi. Tra gli autori di gialli poi, ci sono nomi come Gadda e Sciascia. Un genere, il poliziesco, preso sempre più spesso in prestito da altri generi letterari.

Io ho scritto alcune cose per me. Ma per scrivere un libro credo che occorra tanta dedizione. E devi avere qualcosa da dire o una storia da raccontare all’altezza. Se li avrò, un giorno chi lo sa.





Infine, un consiglio che ti senti di dare ad un giovane che si appresta ad iniziare la tua stessa carriera.

Non penso di potere dare dei consigli, però sono convinto che a volte certe porte non si aprano perché non si è bussato.

9 commenti:

  1. Anonimo19.5.09

    non mi piace...ma che intervista è?

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  2. Anonimo24.5.09

    simone, ti stimo molto ma questa intervista....brrr

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  3. Anonimo24.5.09

    Bravo e serio questo Isernia.

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  4. cosa significa Brr?
    Ogni intervista(mi ripeto per la 12esima volta) fa storia a se

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  5. Anonimo5.6.09

    serio fin troppo.

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  6. Anonimo5.6.09

    non mi dice nulla

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  7. Carla5.6.09

    Bravissimo!

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  8. Anonimo22.6.09

    Bravissima Stefania
    così ho conosciuto te un po' piu' da vicino
    un bacio

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  9. Anonimo23.5.10

    nessuno è perfetto.......hahahahah

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