venerdì 11 luglio 2008

Le interviste de "Il Mondo di Sky Tg24": Piero Ancona

E' oggi è il turno di Piero Ancona, bravissimo giornalista pugliese.

Raccontaci qualcosa di te e dei tuoi inizi nel mondo mondo del giornalismo

“Ho deciso di diventare giornalista quando ero ancora un ragazzino. Merito di una professoressa delle medie che dedicava un’ora alla settimana alla lettura dei quotidiani. Il sogno si sarebbe materializzato molto più tardi, grazie a una serie di coincidenze spesso pazzesche che non sto qui a raccontare. Mi limito a ricordare le prime esperienze al quotidiano Puglia, la palestra del giornalismo barese diretta dal grande Mario Gismondi, l’avventura, avvincente ma poco fortunata, con La Città, le mille collaborazioni, sempre per la carta stampata, e infine l’incontro, casuale, con quel mostro chiamato Televisione, e i quasi dieci anni trascorsi a Telenorba, la più grande tv locale italiana. Bilancio: pochi soldi, enormi sacrifici, ma tanta, tanta (salutare) gavetta.

L’approdo a Sky tg24 come è avvenuto e come è questo mondo ?

“Se sono a Skytg24, buona parte del merito (o della colpa, a seconda dei punti di vista) è del grande Franco Ferraro, uno dei nostri caporedattori. Ci conosciamo dai tempi in cui lui era a Stream e io a Telenorba. Fu proprio chiacchierando con Franco, nella primavera del 2003, che venni a sapere del progetto di Sky. Io era alla ricerca di qualcosa di nuovo, e quindi decisi di inviare il classico curriculum. Dopo qualche settimana, fui convocato a Roma, per un colloquio, da Emilio Carelli. Per essere uno che veniva dalle locali, avevo maturato tanta esperienza, anche all’estero, e credo che questo abbia influito sulla decisione del direttore di affidarmi la sede di Bari. E a questo proposito c’è un aneddoto che mi piace ricordare. Emilio Carelli mi disse che poteva propormi “soltanto” un contratto da Redattore: non ci pensai un attimo, dalle mie parti, purtroppo, il contratto spesso è un sogno che si rincorre, invano, per tutta la vita. La serietà del progetto, dunque, in un mondo come il nostro, pieno di illusioni e illusionisti, mi ha subito convinto. E poi quell’entusiasmo, assolutamente contagioso, che aleggiava negli studi di via Salaria nei giorni in cui stava per venire alla luce il primo canale all-news italiano. Certo, è stata dura, in alcuni momenti durissima, ma con grande soddisfazione posso dire che oggi, tutti quei colleghi che cinque anni fa mi presero per pazzo, hanno decisamente cambiato idea”.

Sei corrispondente dalla Puglia che è anche la tua regione. Sei legato alla tua terra?

“Assolutamente si. E sono fiero di poter raccontare la mia regione, con i suoi vizi e le sue virtù, ai telespettatori di Skytg24. Ciò non significa, però, che in futuro le cose non possano cambiare, anche radicalmente, e che possa ritrovarmi, magari, a lavorare all’estero. Credo molto nel destino, e la vita mi ha insegnato a non interrogarlo. Di sicuro, comunque, i legami con la mia terra resteranno indissolubili, in ogni caso.

Tra i fatti che hai raccontato quali sono quelli che ti sono rimasti più impressi?

“La lista, per fortuna, è lunga. Intanto, e non finirò mai di ringraziare Emilio Carelli per questo, ho potuto lavorare tantissimo all’estero. Il secondo anniversario dell’11 Settembre (prima trasferta in assoluto all’estero di un giornalista di Skytg24, un grande onore), lo tsunami nello Sri Lanka, l’elezione di Mahmood Ahmadinejad a presidente dell’Iran e l’Indipendenza del Kosovo, sono state esperienze straordinarie. Ma al tempo stesso è impossibile dimenticare i giorni trascorsi a Rimini per la morte di Pantani, l’insurrezione di Scanzano Jonico contro il deposito delle scorie nucleari, l’attesa, a Sammichele di Bari, per le sorti di uno dei contractors italiani rapiti in Iraq, le dirette al Circo Massimo per la morte di Papa Wojtyla e poi le tristissime vicende di Giusy Potenza, la ragazzina uccisa a Manfredonia da uno zio nel 2004, e di Ciccio e Tore, i fratellini di Gravina in Puglia. Se mi chiedi però di ricordare la storia che più mi ha segnato, devo ritornare, con la memoria, al novembre del 2002, al terremoto di San Giuliano di Puglia. Ad un giornalista, solitamente, viene chiesto di tenere a freno le emozioni, ma ai funerali di quei poveri bambini, piangevamo tutti, anche i colleghi più esperti”.

I problemi della Puglia di oggi e le sue potenzialità. Quali sono?

“Credo che questa sia una regione con potenzialità “settentrionali”, frenata, tuttavia, dai tipici vizi “meridionali”. Un tempo, come succede altrove, si poteva dare tutta la colpa alla criminalità organizzata, ma ora che almeno qui è stata ridimensionata, va cercato un altro responsabile. Io un’idea ce l’avrei, ma ci vorrebbe un’intervista dedicata interamente all’argomento, e non mi sembra il caso”.

Se non fossi diventato giornalista, cosa avresti voluto fare?

“Confesso di non averci mai pensato. Faccio il lavoro che ho sempre sognato. E basta questo a farmi sentire un privilegiato”.

Nel 1999 hai vinto il premio Saint Vincent e quello di Cronista dell’anno. Vuoi parlarcene?

“Parliamo di anni in cui i Balcani erano diventati il centro del mondo dell’informazione, e io, anche per vicinanza geografica, li bazzicavo con assiduità. Un giorno, mentre ero a Tirana, in procinto di partire per il Kosovo sconvolto dalla guerra, una mia fonte albanese mi segnalò che nel porto di Durazzo c’era qualcosa di interessante da filmare. Quando vi arrivai, quasi non credevo ai miei occhi: decine e decine di container della Protezione Civile Italiana, saccheggiati dal primo all’ultimo, giacevano lì abbandonati, senza che nessuno se ne curasse. In quei container, prima dell’assalto, c’erano cibo e generi di prima necessità che gli italiani, con la solita straordinaria sensibilità, avevano raccolto e affidato alla Protezione Civile affinchè venissero poi consegnati ai kosovari in fuga dalla pulizia etnica di Milosevic. Oltre a filmare i container aperti e svuotati, riuscii anche a documentare dove fosse finita buona parte del bottino: nei mercati di Durazzo gestiti dalla malavita e in un deposito della polizia albanese. Quanto invece alla protezione civile, il suo ufficio nel porto era chiuso da un pezzo. La messa in onda del servizio, sei minuti di immagini-documento, provocò un vero putiferio, alimentando le polemiche sullo scandalo della Missione Arcobaleno, con ripercussioni anche in Albania, dove alcuni poliziotti vennero arrestati. Quindi arrivò il sigillo di due tra i più prestigiosi premi del giornalismo italiano: il Saint Vincent e il Premio Cronista dell’Anno. Per me, almeno fino a questo momento, è stato lo scoop della vita. C’è gente, qui a Bari, che ancora mi ricorda quel servizio, e qualche volta mi chiedo cosa sarebbe successo se a mandarlo in onda non fosse stata una tv locale”.

Spero tu abbia del tempo libero anche se ti vediamo quasi quotidianamente su Sky.
Quali sono i tuoi hobbies?

“Il mio tempo libero è proprietà privata di mia moglie Vittoria, ed è giusto che sia così. Se finora ho parlato dei pregi di Skytg24, lei potrebbe tranquillamente raccontarvene i difetti. Non è facile sopportare i ritmi di questo lavoro e le partenze improvvise che spesso diventano lunghe assenze. Per gli hobbies, quindi, di tempo ne rimane davvero pochino, ma la partitella a basket, mia vecchia passione, cerco di non farmela mancare”.
Obiettivi per il futuro professionale e non?

“Grossi obiettivi, per il mio futuro professionale, non me ne pongo, anche perché, come dicevo, credo che sia il destino a decidere per noi. Non ti nascondo, però, che mi piacerebbe, prima o poi, staccarmi dalle news per potermi dedicare ai reportage d’approfondimento. Quanto invece alla vita privata, spero, quanto prima, di poter allargare la famiglia”.

Ultima domanda: Quali sono i consigli che Piero Ancona da ad un giovane che si avvicina al giornalismo?

“Sicuramente non commetterei un errore piuttosto ricorrente tra i miei colleghi, quello cioè di scoraggiare il ragazzo che si avvicina a questa professione. Senza nascondergli le mille difficoltà, lo spronerei a provarci, anche perché oggi, con internet, l’offerta è decisamente aumentata. A una condizione, però: che lo faccia con passione. Senza di quella, non si va da nessuna parte. Il vecchio adagio secondo il quale “fare il giornalista è sempre meglio che lavorare”, è ormai morto e sepolto da tempo”.

18 commenti:

  1. Anonimo11.7.08

    bella..forse la migliore di tutte

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  2. Anonimo11.7.08

    Grande Ancona...bravissimo. Un pilastro di Sky Tg 24

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  3. Anonimo12.7.08

    Vai cosi' Piero!

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  4. Anonimo12.7.08

    stimo Ancona da tempo e questa intersvista mi fa capire che grande persona è. Ti auguro il meglio e di allargare la famiglia presto

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  5. Grande serietà nel lavoro di Piero Ancona.
    Pure su di lui simpatici fuori onda nel mio blog.

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  6. Anonimo12.7.08

    Piero Ancona è la bravura e semolicità fatta persona!
    Grande continua cosi

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  7. Anonimo12.7.08

    continua cosi'

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  8. Anonimo12.7.08

    Bel lavoro, Simone. Come sempre, del resto! :)

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  9. Grazie Stefano ma il merito è di Piero Ancona

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  10. Anonimo13.7.08

    Ricordo bene tutti i servizi che Ancona ha fatto...specie su fratellini.
    Bravo

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  11. Anonimo13.7.08

    complimenti Piero!

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  12. Anonimo14.7.08

    Ancona dimostra la sua bravura in ogni servizio..spero di vederlo presto in inchieste e approfondimenti

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  13. Anonimo14.7.08

    non mi piace troppo
    sembra cosi provinciale

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  14. Anonimo16.7.08

    Veramente bravo. I suoi servizi su casi molto delicati e commoventi sono di grande spessore

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  15. Anonimo16.7.08

    In bocca al lupo Piero!

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  16. Anonimo17.7.08

    Mi accodo a tutti i complimenti

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  17. Anonimo26.7.08

    bel blog e bravo Piero Ancona..mio compaesano

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  18. volevo commentare l'intervista andatain onda ieri 16 nov su Sky, sul petrolio in basilicata. sono lucana, ma dopo quello che ho sentito non sono tanto orgogliosa di esserlo. E' possibile che un sindaco possa pensare che lo sviluppo e la crescita di un territorio si fondi sulla costruzione di campi sportivi e piscine? e che dire del Presidente de flippo? non è assolutamento vero che il 35% dello sconto sulle bollette del gas spetta a tutti i cittadini. Lo sconto è pari solo al 10,50% e ricordo che il 7% delle royalties che rimangono in basilicata è stato contrattato con il precedente governo, e che di tale percentuale parte rimaneva in mano al governo ed è stato solo con il governo attuale che questa "miseria" (in sud africa, le royalties sono più alte!)del 7% rimane in Basilicata.
    maria teresa

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